Francesco Piccolo è uno scrittore e sceneggiatore italiano nato a Caserta nel 1964. Ha curato la sceneggiatura per Nanni Moretti di Caos Calmo, Il Caimano e Habemus Papam. Vive a Roma dove collabora con riviste e quotidiani e cura il laboratorio di sceneggiatura al DAMS della terza università di Roma. Ha pubblicato recentemente “Il desiderio di essere come tutti”, un libro indubbiamente bello e insolito. Un percorso su due binari: uno autobiografico legato alla crescita formativa dell’autore/protagonista, l’altro un percorso storico che attraversa gli ultimi 45 anni di vita italiana. Dal colera a Napoli e dal terremoto in Irpinia, attraverso il rapimento Moro e la morte di Berlinguer, fino al ventennio berlusconiano e alle primarie del Pd.
Mi ha catturato anche perché essere stato fino a trent’anni fa militante del Pci, di quella sinistra istituzionale che ti attribuiva in famiglia l’etichetta di “sovversivo” e tra gli amici quella di “democristiano”, mi rende condivisibile l’esperienza generazionale e politica dell’autore.
Un viaggio tanto appassionato quanto ironico nella storia “recente”. Tanto recente da farci sovente dimenticare gli stravolgimenti significativi che questo periodo ha portato con se, e sui quali si è formata la nostra generazione.
Nel titolo il leitmotiv dell’intera opera, in un eterno contrasto tra una visione ed una appartenenza legata alle fondamenta culturali e politiche della sinistra italiana, fatte (a parer mio) di nobili diversità, ed il continuo tentativo dell’autore di appartenere ad un “tutto”, attraverso una visione della vita e del fare politica, inclusivo.
E’ quindi ricorrente la citazione di Max Weber nel suo discorso sulla politica quando fa riferimento ad ”etica dei principi” e ad “etica della responsabilità”, intendendo con la prima l’esclusiva ricerca di affermazione delle proprie idee e dei propri valori, con la seconda la valutazione di quali siano gli effetti di tale ricerca e/o affermazione nel contesto sociale.
La lettura di Francesco Piccolo degli eventi che hanno sconquassato la sinistra italiana tende quindi a trovare le cause nella incapacità della sinistra di sentirsi parte attiva in questo “tutto”, rivendicando continuamente la sua diversità morale ed etica, e non sposando l’ “etica della responsabilità”. Una visione in parte condivisibile se si considera la vocazione a mantenersi in una nicchia culturale, variegata e frantumata, di ciò che resta della sinistra italiana. Ma è pur vero che le prerogative ideali e politiche non possono essere forzosamente mediate se non al fine del raggiungimento di un risultato: l’informe calderone offerto attualmente da Pd è la palese dimostrazione di quanto il consenso non possa essere ricercato adattando le proprie opinioni ad una platea troppo eterogenea ma si debba piuttosto, in equilibrio tra le due visioni etiche, catturarne le sensibilità senza rinunciare ai propri principi.
La parte finale del libro è invece meno condivisibile. Si fanno strada, nello strenuo tentativo di essere fagocitati dal tutto, contraddizioni e superficialità che a noi tutti appartengono ma che non possono essere giustificate solo perché umane o in tutti riscontrabili. Così come trovo non accettabile ritenere una presunzione la “superiorità morale” della sinistra. Pur prescindendo dalle opinioni politiche di chi legge, è naturale che credere e lottare per una società più giusta, presupponga un valore aggiunto rispetto all’attuale scempio del panorama politico italiano e neghi un accomunante appiattimento dei valori. Ritengo che tra quel mezzo paese che ha collaborato col voto a mantenere in vita il berlusconismo per venti anni e la sinistra italiana ci siano e debbano esserci differenze profonde. E’ proprio di queste differenze che vive la politica e la negazione di queste differenze rischia di condurre ad una visione qualunquista delle cose.
Un libro comunque davvero godibile che ci fa fare i conti col nostro vissuto e con mezzo secolo di storia italiana.
Ho trovato la Sua intervist adi oggi a Camilleri davvero emozionante.
Grazie z tutti coloro che mettono passione in quello che fanno.