La Storia intorno alle Foibe

Loška Dolina, Slovenia meridionale, il 31 luglio 1942. Soldati italiani fucilano Franc Žnidaršič, Janez Kranjc, Franc Škerbec, Feliks Žnidaršič ed Edvard Škerbec, cinque abitanti del villaggio di Dane presi in ostaggio qualche giorno prima. Nell’Italia degli ultimi anni, un’interpretazione frettolosa e “capovolta” di questa foto ne ha innescato la proliferazione virale in rete e sui giornali, sino a farne l’illustrazione per eccellenza di articoli sulle foibe e le vittime italiane della “violenza slava”.

E’ un tema annualmente ricorrente ed un terreno di scontro sempre aperto. Gestito però dai revisionisti in modo ipocrita e demagogico. Certo, non si possono negare i crimini perpetrati a danno degli italiani che in quelle zone risiedevano, ma sfiderei chiunque a citarmi una guerra cui il termine “crimine” non possa essere collegato. E non si può, se non in malafede, omettere il contesto ed i precedenti storici da cui quei fatti sono scaturiti. Purtroppo noi italiani siamo ben disposti al ruolo delle vittime senza colpa e piuttosto inclini alla rimozione della nostra storia e delle nostre nefandezze. Un punto di vista che non condivido affatto tanto da chiedermi sovente a che titolo tanti militari e funzionari italiani non siano stati processati a Norimberga per crimini commessi. Fortunatamente un minimo di spirito critico ed una visione complessiva cominciano a farsi strada, come accade in questo lungo ed interessantissimo articolo realizzato da 

Il collettivo Nicoletta Bourbaki ha chiesto a sette storici di rispondere ad una serie di domande tese ad inquadrare una vicenda ben più complessa di quella che una ennesima giornata del ricordo sintetizza banalizzando o, ancor peggio, travisa a fini di parte. Chiunque ritiene di avere buona coscienza, legga con attenzione l’articolo di Internazionale.

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