Piazza Fontana 12 dicembre 1969

Cade oggi il 41 anniversario della strage di Piazza Fontana a Milano. Il 12 dicembre del 1969, una bomba posta all’interno della Banca Nazionale dell’Agricoltura, causò la morte di 16 persone ed il ferimento di altre 88.

Questa strage segnò l’inizio di quella che si suol definire la strategia della tensione, che continuò per molti anni fino al 1984, con altri analoghi episodi cruenti.

L’obiettivo di tale strategia era quello di destabilizzare, attraverso la paura, la situazione politica italiana e la democrazia.

Ed è ormai universalmente riconosciuto il ruolo fondamentale in questa operazione, oltre che di gruppi neofascisti, di servizi segreti italiani ed esteri. La crescente paura e l’esautorazione delle Istituzioni avrebbero condotto l’opinione pubblica alla passiva accettazione di uno stato di polizia. Contestualmente si tentava di attribuire la responsabilità di tali efferati crimini ad organizzazioni dell’estrema sinistra, nel tentativo storicamente più volte perpetrato, di allontanare il consenso dell’opinione pubblica dai comunisti.

E’ purtroppo di questi giorni la notizia che una recente sentenza ha scagionato tutti i neofascisti imputati per la strage di Piazza della Loggia a Brescia, altro episodio della stessa strategia.

Molti di questi vergognosi episodi sono inoltre stati coperti dal Segreto di Stato che prevede la non divulgazione degli elementi di indagine per un periodo di trenta anni. Se si vuole ulteriormente rabbrividire, si consideri che è attualmente in discussione una proposta di legge a firma Granata che propone la reiterazione di tale “garanzia di Stato” anche dopo la scadenza dei trenta anni.

Trascurando il disgusto che tali ipotesi di reiterazione possono produrre in ogni cittadino onesto e tornando alla strage di Piazza Fontana, bisogna ricordare che, nonostante siano oggi acclarate le responsabilità sull’evento di neofascisti e servizi segreti, le prime indagini condotte, cercarono di ribaltare tali responsabilità sulla sinistra.

Ed il primo degli “eletti” fu il ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli che fu “suicidato” in questura a Milano, quattro giorni dopo la strage, il 16 dicembre 1969.

Il cortometraggio che segue, a regia di Elio Petri, fu realizzato nel 1970 con la partecipazione di Gian Maria Volonté, Giancarlo Dettori, Renzo Montagnani ed altri. La durata è di 25 minuti ed il formato originale è su  pellicola 16 mm.

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