di Alberto Asor Rosa
Due, tre giorni dopo il terremoto dell’ultima consultazione amministrativa, il Cavaliere era di nuovo in giro fra i potenti della terra a mostrare con l’ostentazione del suo immarcescibile sorriso (in verità sempre più macabro) e con le pacche distribuite sulle spalle di Biden e di Medvedev che nulla era cambiato, che si andava avanti senza neanche guardarsi intorno, che la forza era ancora dalla loro parte. L’incoronazione del figlio prediletto, Angiolino Alfano, a Segretario (!) del Pdl colorava d’una tinta decisamente comica i lineamenti di quello che vorrebbe forse essere un lento e magari contrattato declino (come per l’amico Gheddafi non è da escludere che si pensi a un’uscita di scena con salvacondotto giudiziario e conservazione integrale del patrimonio male acquisito).
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