Shoshana Zuboff, docente ad Harvard, ha dato alle stampe il libro “Il capitalismo della sorveglianza” e scritto in proposito un articolo sul New York Times, qui riprodotto in versione italiana, che esaminano l’influenza di Internet e dei social network sulla nostra vita e che fanno molto preoccupare e riflettere. Sono quarant’anni che Shoshana Zuboff, professoressa di Harvard, studia il passaggio delle nostre società dalla materialità al nulla del ciberspazio. Oggi è una delle voci più ascoltate in ambito accademico, culturale e politico. Il suo libro Il capitalismo della sorveglianza (edito in Italia dalla Luiss) è un’immancabile citazione per chiunque scriva di tecnologia, di sociologia e anche di cucina. Ultimamente, scossa dalla vicende del 6 gennaio 2021, la Zuboff è intervenuta sul “New York Times” con un lungo scritto. Vi espone le sue tesi sul colpo di stato epistemico del capitalismo della sorveglianza, Lo fa in modo ineccepibile, alle volte, anche brutale. Casomai non si capisse, come è avvenuto finora. Si può pure non condividere la sua spietata analisi e le sue inferocite conclusioni, ma non si possono certo ignorare. Sono temi nei quali siamo immersi fino al collo.
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