Casa Cervi e pastasciutta Antifascista

Casa Cervi è un museo situato nella casa colonica che fu abitata dai fratelli Cervi. Si trova in provincia di Reggio Emilia, nel comune di Gattatico. La famiglia Cervi vi si stabilì nel 1934, conducendo un podere agricolo in affitto. Nel museo sono conservati il primo trattore Balilla acquistato da Aldo Cervi, su cui è appoggiato un mappamondo, le licenze dei sette fratelli, oggetti rurali appartenenti alla famiglia, libri, divise e altre testimonianze scritte. Una sezione virtuale con filmati e ricostruzioni permette di scoprire la storia della famiglia e dell’eccidio.

La Casa-Museo Cervi fa parte della Fondazione Istituto Alcide Cervi di Campegine, insieme alla Biblioteca Archivio Emilio Sereni e al Parco agroambientale. La fondazione, istituita il 24 aprile 1972, è intitolata ad Alcide Cervi (1875-1970), padre dei sette fratelli, conosciuto come Papà Cervi. L’Istituto Alcide Cervi è stato costituito su iniziativa dell’Alleanza Nazionale dei Contadini, dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, della Provincia di Reggio Emilia e del Comune di Gattatico. Ha ottenuto il riconoscimento di Personalità Giuridica di rilevanza nazionale dalla Presidenza della Repubblica.

La pastasciutta antifascista è una tradizione popolare nata in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale.
Risale al 25 luglio 1943, quando Benito Mussolini fu destituito e arrestato. Il giorno seguente, il 26 luglio, si formò il governo di Pietro Badoglio.
La notizia fu accolta con gioia dalla popolazione, speranzosa nella fine della dittatura e della guerra, che però proseguì con la Repubblica Sociale Italiana, l’occupazione tedesca e gli anni di violenza e conflitto della lotta di Liberazione.

Il 25 luglio del 1943, a seguito della riunione del Gran Consiglio del Fascismo, Mussolini viene destituito e arrestato. Dopo 21 anni terminava il governo del Partito Fascista. Il Re designò il Maresciallo dell’esercito Pietro Badoglio come nuovo capo del governo.

Nonostante la caduta del Fascismo, la guerra continuava a fianco dei tedeschi: nei giorni successivi l’arresto vi furono numerose sollevazioni popolari; il 28 luglio, a Reggio Emilia, i soldati spararono contro gli operai delle Officine Reggiane facendo 9 morti.

I Cervi non vennero immediatamente a conoscenza della notizia della caduta di Mussolini perché impegnati nei campi, ma fu sulla via del ritorno a casa che incontrarono numerose persone in festa.

Sebbene sapessero che la guerra non era davvero terminata, decisero di festeggiare comunque l’evento, un momento di pace dopo 21 anni di dittatura fascista. Si procurarono la farina, presero a credito burro e formaggio dal caseificio e prepararono chili e chili di pasta.

Una volta che questa fu pronta, caricarono il carro e la portarono in piazza a Campegine pronti a distribuirla alla gente del paese. Fu una festa in piena regola, un giorno di gioia in mezzo alle preoccupazioni per la guerra ancora in corso: anche un ragazzo con indosso una camicia nera (forse era l’ultima rimasta?) fu invitato da Aldo a unirsi e a mangiare il suo piatto di pasta.

fonte Istituto Alcide Cervi

Ogni 25 luglio, presso l’Istituto Alcide Cervi di Gattatico (Reggio Emilia), si svolge la grande festa della Storica Pastasciutta Antifascista di Casa Cervi. Si è anche sviluppata una rete di pastasciutte antifasciste con eventi in comuni e città di tutta Italia. La pastasciutta antifascista è un esempio di come il cibo, e un alimento semplice e popolare come la pasta, possa essere un momento di comunione, umanità e condivisione sociale. Rappresenta un ricordo e simbolo di un momento importante della storia italiana, trasmettendo un messaggio di speranza e umanità per il progresso e il futuro.

il sito della Fondazione

le foto dell’evento 2024

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