L’altra sera su Rai Movie mi è capitato di vedere un film sulla vita di Edith Piaf.
Intitolato “La vie en rose”, è stato presentato nel 2007 per la regia di Olivier Dahan.
Il film, seppure tralascia elementi importanti della seconda parte della vita dell’artista, è particolarmente toccante per passione ed umanità. Mi ha inoltre informato sulla da me insospettata tragica intensità della vita di Edith Piaf. Un film dal quale si esce decisamente sconvolti, almeno per quanto mi riguarda.
Edith Giovanna Gassion in arte Edith Piaf nacque il 19 dicembre 1915 nel quartiere Belleville a Parigi.
Il padre Louis era un acrobata e la madre Annetta Maillard una cantante di strada di origini italiane. Viene affidata dalla madre che parte in cerca di fortuna alla nonna, una prostituta. Successivamente viene ripresa dal padre che, dapprima la affida alle cure della nonna paterna, una tenutaria di bordello, per poi portarla con se nei suoi spettacoli di strada.
All’età di 17 anni sposa Louis Dupont con il quale ebbe una figlia, Marcelle, che morì ad appena due anni per una meningite fulminante.
La sua vita continua tra disgrazie e fallimenti e si ritrova divorziata, in una cornice di prostituzione, droga e depressione.
Per sopravvivere continua la sua attività di cantante di strada insieme all’amica Mômone. Ed è in questo contesto che conosce Louis Leplée, un produttore di spettacoli per il locale di cabaret “Le Gerny’s” che si trovava nei pressi di Champs Elisee.
Con lui abbandona la strada per approdare a questo genere di spettacoli col nome di “La môme Piaf”. Il suo passaggio al Germy’s rappresenta una rivelazione agli occhi del pubblico parigino dell’epoca.
Louis Leplée viene poi assassinato in condizioni non chiare e il pubblico si allontana da Edith, attribuendole la responsabilità dell’accaduto in ragione delle sue frequentazioni poco raccomandabili. Nel 1937 conosce Raymond Asso, che oltre che suo impresario diventa il suo amante.
Sempre in quegli anni conosce e si innamora di Yves Montand che la lascia non appena raggiunto il successo.
Dopo la guerra, nel 1947 si imbarca per gli States per esibirsi alla Constitution Hall. In quel periodo conosce Marlene Dietrich e quello che sarà il grande amore della sua vita, il pugile Marcel Cerdan. Anche questa storia è dominata dalla sfortuna: Cerdan, poco tempo dopo, muore in un incidente aereo e la disperazione spinge Edith al consumo di alcol e droghe.
Torna a New York nel 1950 insieme al nuovo amante Eddie Constantine, e al suo segretario, Charles Aznavour.
Nel 1952 sposa un autore, Jacques Pills, dal quale divorzia quattro anni dopo. Nel 1953 inizia la sua prima cura di disintossicazione.
Nel 1958 è coinvolta in un grave incidente d’auto col suo amante George Moustaki. I postumi dell’incidente ed una salute particolarmente cagionevole la spingono nuovamente all’abuso di droghe per sopire i dolori fisici e psichici. Insieme a George Moustaki scrive “Milord” ed un anno dopo anche la storia con Moustaki termina.
Nel 1961, nonostante le precarie condizioni di salute, trionfa alla Olympia di Parigi e sposa Theo Sarapo, ultima conquista.
Muore il 10 ottobre 1963 a Plascassier.
La sua morte fu un lutto nazionale ed il suo funerale vide la partecipazione di una folla immensa. L’orazione funebre fu scritta dal suo amico Jean Cocteau che, poche ore dopo aver appreso la notizia della morte di Edith Piaf, morì d’infarto.
E’ sepolta nel cimitero delle celebrità di Pere Lachaise a Parigi, vicino alla tomba di Yves Montand e Simone Signoret.