Suite francese

suite_francese“Suite francese” è il titolo di un bellissimo romanzo di Irene Nemirovsky o meglio dei due primi “movimenti” di una sorta di poema che avrebbe dovuto comporsi di cinque parti. Solo le prime due sono state realizzate dall’autrice e pubblicate postume sessant’anni dopo la morte di Irene. Il merito della pubblicazione è da attribuirsi alla figlia che aveva conservato i manoscritti dell’autrice ebrea dopo la sua morte, avvenuta nel campo di sterminio di Auschwitz. I due movimenti “Tempesta in giugno” e “Dolce”, raccontano il primo dell’occupazione nazista di Parigi attraverso la fuga di una serie di personaggi, il secondo delle relazioni tra gli occupanti e gli stessi personaggi tornati a casa nei mesi successivi.
Un racconto attento e dettagliato che rende il libro piacevole e che concentra l’attenzione del lettore più sulla storia e la psicologia dei personaggi che sull’evento bellico in sé.
Ritengo altresì che il contenuto storico relativo all’invasione nazista, pur nell’intento di rappresentare non solo gli eventi bellici, sia stato interpretato in maniera anche troppo indulgente. Rappresentare i nazisti come educati e cordiali ospiti disponibili a giocare con i bambini francesi, ben si discosta da quella realtà che ha visto l’autrice morire in un campo di sterminio.
Ciò che ho invece trovato interessante ed originale è il fatto che la stessa indulgenza non sia stata utilizzata nello scegliere i protagonisti e nel dipingere i tratti della loro generale mediocrità. In questa variegata composizione non mancano egoismo, ipocrisia, cupidigia, intolleranza e supponenza, nella realizzazione di un quadro quasi più inquietante della guerra stessa.
La guerra e l’occupazione diventano infatti, secondo me, episodi ciclici e inevitabili. Poiché la guerra è effetto e non causa di un dramma umano.
Tesi condivisibilissima ma decisamente insolita nella letteratura che tratta questo argomento.
In questa chiave è forse necessario conoscere l’autrice, nella sua capacità di analisi introspettiva dei personaggi dei quali, pur non lesinando loro la compassionevole giustificazione umana, non risparmia una lettura sincera ed onesta. E’ forse proprio questa sua onestà intellettuale ad averle causato, con il romanzo “David Golder”, l’accusa di antisemitismo e la contrarietà di tutta la stampa ebraica del tempo.

irene-nemerovsky1Irène Némirovsky nasce a Kiev nel febbraio del 1903 da una famiglia ebraica. Passa la sua infanzia in Ucraina con il padre, un ricco banchiere e una madre pressochè assente.
La sua famiglia si trasferisce nel 1913 a San Pietroburgo e nel 1918 in Finlandia per scappare alla Rivoluzione Russa e in seguito a Stoccolma. Nel 1919 arriva in Francia, a Parigi. Qui un precettore inglese si occupa dell’educazione di Irène che ben presto riesce a superare gli esami di maturità. Nel 1924 ottiene la laurea in lettere presso la Sorbonne di Parigi.
Qualche anno dopo sposa Michel Epstein col quale avrà due figlie. Nello stesso anno pubblica il suo primo romanzo dal titolo “Le Malentendu”.
Irène diventa famosa soltanto nel 1929 con la pubblicazione del romanzo “David Golder” che le comporta accuse di antisemitismo e le critiche di tutta la stampa ebraica
Nel 1940 si interrompe la sua collaborazione con il settimanale “Candide”. La rivista “Gringoire”, dichiaratamente antisemita, decide di continuare a pubblicarla sotto pseudonimo.
Con l’arrivo delle prime persecuzioni contro gli ebrei, Irène e suo marito non possono più lavorare. Si trasferiscono a Issy-l’Évêque dove già avevano mandato da un anno le figlie.
Nel 1942 la guardia nazionale francese arresta e trasporta Irène presso il campo di internamento di Pithiviers. Viene quindi deportata ad Auschwitz dove trova la morte il 17 agosto del 1942. Pochi mesi dopo anche il marito viene internato ad Auschwitz dove sarà ucciso.
Le figlie sono riuscite a salvarsi ed è grazie a loro se sono giunti a noi capolavori come “Suite francese” e “Il calore del sangue”.

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