Il “compagno” Fini

Grandi ovazioni ed attese per il “compagno Fini”. Apprezzamenti al suo discorso a destra e, purtroppo, anche a manca. C’è addirittura, a sinistra, chi fa comparazioni tra i richiami etici ed istituzionali di Fini e la “Questione Morale” di Berlinguer.

Un brivido mi percorre la schiena…

Ma ci siamo davvero bevuti il cervello?
Tutti questi anni di barbarie sociale, di illegalità, di non rispetto delle regole e delle Istituzioni ci hanno forse resi cechi come talpe.
Quanto di “condivisibile” si può trovare nell’intervento di Fini riguarda delle ovvietà che dovrebbero essere alla base della vita politica e sociale del nostro paese.
Si potrebbe definire acqua calda o aria fritta se non fosse che…

Se non fosse che a regole, correttezza, etica e valori ci siamo talmente disabituati da vedere incarnato in chi queste parole professa il nostro “salvatore”. Tanto è il desiderio di toglierci dalle palle Berlusconi che i nostri orizzonti non vanno più in là di un paio di metri.

Ricordo gli anni ’90 e Tangentopoli. Non ho mai creduto che lo scandalo di Tangentopoli fosse occorso per volontà divina o per una improvvisa esigenza di pulizia ed onestà. Credo che il potere sia una brutta bestia e credo che quanto accadde fu solo dettato da una esigenza rigenerativa del potere. Il Pentapartito e la vecchia Democrazia Cristiana erano arrivate alla frutta e c’era bisogno di rinnovare l’immagine del potere. Ne è conferma il fatto che le nefandezze della Prima Repubblica non sono certo cessate nella Seconda. Gli stessi uomini hanno governato e gli stessi illeciti sono stati commessi. Solo in maniera più moderna, utilizzando come mai prima i media, con tecniche più subdole ed aggiornate che, finora, ci hanno offerto un ventennio tra i più bui, che si è espresso oltretutto con un radicamento culturale ed elettorale mai visto prima.

La vecchia DC dal dopoguerra a Tangentopoli, ha di fatto governato il nostro paese col clientelismo per cinquanta anni ma mai si sarebbe sognata risultati di proselitismo ed affezione come quelli che, con ben altra raffinatezza, questo governo ha raggiunto.

Oggi si sta forse concretizzando un processo analogo. Una compagine di briganti che ha governato in barba a qualunque regola e valore, ha raggiunto il suo punto di non ritorno, il suo capolinea. Ed un politico raffinato ha saputo aspettare il momento giusto per allontanarsi, distinguersi e proporsi. E’ arrivato il Rigeneratore!

Chi può mettere in dubbio la condivisibilità di quanto ha detto? Nessuno. Chi può negare la possibilità che la sua operazione potrà toglierci di mezzo l’assolutismo Berlusconiano? Nessuno.

Ma io sono preoccupato.

Preoccupato del fatto che la sottile mossa finiana possa creare le basi di un notevole consenso nel centro destra. C’è il rischio che questa destra “nobilitata” e “rinnovata”, magari con la partecipazione dei moderati di Casini, possa raccogliere tanto consenso da restare in piedi ancora a lungo.

Preoccupato dal fatto che in una logica di tanto decantata “alternanza”, l’agonia di questa maggioranza scaturisca non già da una proposta alternativa dell’opposizione ma da un ricambio interno dell’attuale maggioranza.

Preoccupato da una sinistra che non ha né numeri  né idee, arroccata in un ruolo che più non gli appartiene, insensibile alle spinte della base, incapace di sostenere una battaglia culturale, con una leadership vecchia e statica che davvero non traccia solchi tra sé e l’attuale maggioranza.

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