Paolo Rumiz – Appia

Un libro particolare, collocabile in vari ambiti, da quello letterario a quello di una guida di viaggio. Ed è forse quest’ultima collocazione la più rispettosa degli intenti dell’autore che proponendoci questo insolito percorso, ci invita forse a riappropiarci, emulando la sua esperienza, della nostra Santiago di Compostela.

Parallelo che non vuole offendere l’opera di Rumiz, stante che il cammino di Santiago è ormai da considerarsi un percorso turistico e servito, senza sorprese o incidenti di percorso.

Il percorso che invece ci propone Rumiz in questo libro, nasce dalla volontà di recuperare e calpestare ciò che infrastrutture e speculazione edilizia hanno cancellato, non solo fisicamente ma anche dalla memoria di tutti noi.

Il progetto parte infatti dalla ricerca del percorso originario della via Appia ormai stravolta, attraverso la sovrapposizione delle carte e la riscrittura dell’intera antica mappa da Roma a Brindisi.
Il viaggio intrapreso da Rumiz e dai tre suoi amici si articola quindi in mezzo alle difficoltà, dovendo affrontare lunghi tratti attraverso campi e terreni spesso privati, le reazioni dei “proprietari” di basolati e reperti collocati oggi all’interno di proprietà e abitazioni, tra persone spesso ben liete di aver dimenticato la storia di quel territorio e della più antica via europea.

Traspare una rabbia ed una delusione che raramente ho trovato così evidente in altri suoi scritti, per fortuna talvolta mitigata da incontri positivi con chi quella memoria non intende perdere e dalla condivisione di alcuni tratti con Vinicio Capossela, Attilio Bolzoni, Giuseppe Cederna e Raffaele Nigro.

Un viaggio suddiviso in 29 tappe di circa venti chilometri, di ciascuna delle quali, al termine del libro, Rumiz offre dettagliate informazioni di percorso.

Chi ne avesse voglia può dar seguito alla lettura con la consultazione – e magari l’utilizzo – dei materiali che l’autore ha messo a disposizione sul sito della Feltrinelli e che potete liberamente scaricare su questa pagina.

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